Pubblicato su politicadomani Num 85 - Novembre 2008

La vocazione internazionale del Sud
Gli Svizzeri nell’esercito napoletano

Arrivati in Italia con Carlo di Borbone, gli svizzeri sono cari alla gente di Napoli, che li chiama con affetto Titò e Sguizzeri

di Ciro La Rosa

I Reggimenti Svizzeri presenti nell’esercito napoletano dal 1734 al 1861, salvo alcune interruzioni, al servizio dei Borbone delle Due Sicilie, sono l’ultima milizia ingaggiata a difesa dello Stato borbonico. Furono protagonisti di episodi cruciali della storia di Napoli, dai moti del 1820 e del 1848, alla rivolta del 1859, fino all’estrema difesa del Regno delle Due Sicilie nella campagna del 1860-61. La loro memoria, per chi si interessa di storia meridionale ed ha care le proprie radici, è ancora viva perché la milizia svizzera è stata la più preparata e la più fedele al giuramento di fedeltà alla Nazione che servivano, come hanno dimostrato nell’estrema difesa del Regno delle Due Sicilie, capitolando con l’intera guarnigione, il 14 febbraio 1861, nelle mani dei soldati piemontesi. Furono cari ai napoletani, nonostante gli episodi che nel 1848 li hanno visti contrapporsi ai rivoltosi, tanto da meritarsi l’appellativo di Titò, onomatopeico dal suono che marciando facevano con i tacchi, e quello di Sguizzeri.
Quando Carlo di Borbone partì alla conquista dei Regni di Napoli e di Sicilia, nel 1734, erano presenti nei suoi contingenti militari anche dei Battaglioni del Reggimento Svizzero “Niederist” (dal nome del suo comandante, prassi utilizzata in tutti i Reggimenti Svizzeri) offertigli dal padre Filippo V, Re di Spagna. In essi militavano Giuseppe Antonio Tschudy e suo fratello Luigi Leonardo, comandante del 3° Battaglione, i quali concorsero poi a costituire i Reggimenti “Besler” e “Wirz” (il vecchio “Niederist”) del nuovo esercito del Regno. Il 7 ottobre 1734, allo scopo di costituire gli ulteriori reggimenti “Tschudy” e “Jauch”, furono stipulate delle capitolazioni (trattati e convenzioni d’arruolamento erano divise, appunto, in capitoli che regolavano, tra l'altro, anche il trattamento economico): i comandanti venivano ingaggiati per venti anni e i soldati per quattro, con possibilità di chiedere la rafferma per un pari periodo di tempo, oppure il congedo. Ogni reggimento aveva una bandiera con l’emblema di casa Borbone al rovescio e, al dritto, l’insegna della Confederazione Elvetica, sulla quale era disegnato lo stemma del Cantone d’origine del reggimento. 
Con la riforma attuata da John Acton sul finire del XVIII secolo fu creata per i soldati non italici la “Brigata Estera”, trasformata poi in “Reggimento Estero” ed infine in “Real Alemagna”. Nel 1815, col riassetto del Regno dopo il periodo napoleonico, furono ricostituiti i reggimenti Esteri al comando dello Tschudy. Questi vennero poi sciolti nel 1820, a causa degli eventi legati alla costituzione del Regno di Napoli, e ricostituiti solo in seguito.
Il 5 maggio 1825 vennero stipulate nuove capitolazioni con alcuni Cantoni Svizzeri, dando vita a quattro Reggimenti Svizzeri che si formarono in anni successivi: il “1° Reggimento Svizzero” il 5 maggio 1825, il “2° Reggimento Svizzero” il 6 luglio 1826, il “3° Reggimento Svizzero” nel dicembre del 1827, il “4° Reggimento Svizzero” il 1° settembre 1829. Ogni reggimento era composto per un terzo da stranieri non svizzeri, ad esclusione di italici e austriaci, e per due terzi da svizzeri.
Ciascun reggimento era formato da due battaglioni con sei compagnie: una di granatieri, una di cacciatori, quattro di fucilieri, con una sezione o batteria di artiglieria e una banda musicale di dodici elementi e otto musicanti. Per i musicanti dei quattro reggimenti non c’era il requisito della nazionalità: nei reggimenti vi erano infatti anche dei napoletani. Una curiosità: per il passaggio del personale nelle bande musicali bisognava essere esaminati dal cavaliere Saverio Mercadante, direttore e ispettore di tutte le bande e fanfare dell’Esercito dal 1852.
Gli ufficiali dovevano essere svizzeri e ricevevano la patente di ufficiale dal proprio Governo Cantonale. I comandi erano impartiti in tedesco. L’amministrazione della giustizia militare era quella in uso in Svizzera oppure quella dei Reggimenti Svizzeri al servizio dei Francesi ed era svolta da un “Capitano Gran Giudice”. La prassi per l’arruolamento non era delle più semplici: nel 1825 fu stipulato un accordo con il Regno di Sardegna per la formazione a Genova di reclute provenienti dalla Confederazione Elvetica, affidate ad un ufficiale “napoletano” ivi distaccato. Da lì le reclute venivano inviate via mare a Napoli ed incorporate nei reggimenti di destinazione. (Continua)

 

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